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Piante officinali
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Rosa canina L.

rosa canina

Rosa canina L.

Famiglia: Rosaceae
Nomi volgari: rosa di macchia, rosa selvatica
Etimologia: il nome del genere deriverebbe dal sanscrito “vrad o vrod “= “flessibile” con allusione alla flessibilità dei rami; secondo altri dal celtico “rhood o rhuud” = “rosso”. Il nome delle specie deriva dal greco “Kynosbator” “kynos” = “cane” “batos” = “arbusto spinoso” , da ricollegare all'uso che si faceva un tempo della radice di questa pianta per curare la rabbia.

Morfologia:
arbusto legnoso, con rami pendenti cosparsi di robusti aculei uncinati, raramente dritti.
In ambiente aperto si tratta di un arbusto tondeggiante alto 1-3 m, con ampia ramificazione, negli arbusteti, invece, è poco ramificato e tende ad arrampicarsi sugli arbusti circostanti. Pianta eliofila che radica in profondità
Le foglie alterne con alla base 2 stipole lanceolate, sono divide in 5-7 foglioline ovali o ovato ellittiche, appuntite, generalmente glabre o lievemente pubescenti, dentellate ai margini.
I fiori peduncolati, solitari o in gruppi di 2-3 , profumati, hanno 5 petali bianchi o rosati, i sepali sono concrescenti e formano un ricettacolo simile a una coppa chiusa che contiene molti ovari. A maturità questo ricettacolo, divenuto rosso vivo, si trasforma in frutto, il cinorrodio.
I frutti sono piriformi, contengono moltissimi acheni durissimi e ricoperti di corti peli rigidi.

Distribuzione – habitat – fioritura:
diffusa in gran parte dell’Europa, a nord fino alla Scandinavia meridionale, in Italia e è frequente nelle sue diverse forme e varietà, in tutto il territorio; nelle radure e, in qualità di arbusto pioniero, nei prati, pascoli, campi e vigneti abbandonati. Su suoli abbastanza profondi, limosi, moderatamente aridi.
Fiorisce da maggio a luglio sino a 1.600 m, fruttifica tra settembre e ottobre.

Proprietà ed usi:

i frutti sono ricchi di vitamina C, acidi organici, tannini, pectine carotenoidi e soprattutto bioflavonoidi, pigmenti naturali dall´importante azione antiossidante.
La vitamina C è sinergica con i bioflavonoidi, aiuta la cicatrizzazione di ferite, ustioni, gengive sanguinanti, abbassa l’ incidenza dei coaguli sanguigni, previene le infezioni virali e batteriche.
Pianta antinfiammatoria, antiallergica, astringente, blandamente diuretica, cicatrizzante, antisettica, vasoprotettrice.
In medicina per uso interno: in caso di raffreddori, influenza, gastrite e diarrea.
I frutti si usano per preparare sciroppo, impiegato come integratore alimentare, in particolare nella dieta dei neonati e usato dall’industria farmaceutica come aromatizzante delle medicine. Gli estratti dei frutti si aggiungono alle pastiglie di Vitamina C.
I petali sono utili per combattere la diarrea, il mal di gola se spremuti, possono essere usati per preparare un buon collirio.
Alcuni impiegano le foglie e i boccioli come blando lassativo e cicatrizzante; le galle ricche di tannino hanno proprietà astringenti e toniche.
Uso cosmetico: la maschera di bellezza ottenuta omogeneizzando con frullatore i "frutti" freschi (tagliati, svuotati con cura e lavati più volte per eliminare i piccoli peli aguzzi che possono conficcarsi nella pelle) è una delle più efficaci per il suo effetto schiarente, levigante e tonificante della pelle.
In cucina: i frutti raccolti dopo la prima gelata, sono ottimi per preparare conserve e marmellate. Seccati e macerati in acquavite e zucchero danno un ottimo liquore; seccati e tritati si possono usare per fare tè e seccati e ridotti in farina sono stati utilizzati anticamente per fare una specie di pane.
Una rosa lasciata riposare per una settimana nella grappa, conferirà alla stessa un colore rosato ed un aroma delicato, molto indicata nella grappa di moscato.
Gli steli della Rosa canina costituiscono i portainnesti ideali per le rose coltivate.

Curiosità:
narra la leggenda, che se oggi possiamo ammirare la bellezza della rosa, lo dobbiamo al dio del vino Bacco che , invaghitosi di una ninfa, tentò di conquistarla, ma lei fuggì finché non inciampò in un cespuglio. Cespuglio che per riconoscenza Bacco trasformò in rosa, facendogli spuntare splendidi fiori di un delicato color rosato, il colore delle guance della sua ninfa.
Lasciando la mitologia per la scienza, apprendiamo che la rosa è nata in realtà più di quaranta milioni di anni fa, datano a quel tempo i reperti fossili di questo fiore ritrovati nel Colorado e nell´Oregon.
Le rose erano già importanti nell’antichità dove venivano utilizzate nei rituali, nella fabbricazione di cosmetici, in profumeria e in campo medico.
Fu la poetessa greca Saffo (IV secolo a.C.) a definire la rosa “regina dei fiori”
Gli Assiri, pare, furono i primi a scoprirne le virtù. In età romana si usavano i petali di rosa per fare "il piatto di rose con cervella, uova, vino e salsa di pesce".
Greci Romani e Persiani impiegavano diverse specie di rose a scopo terapeutico, nel 77 d.C. Plinio citava ben 32 disturbi che potevano essere curati con preparati a base di rose.
La famosa acqua di rose, venne inventata da Avicenna, un celebre medico persiano, tra il IX e il X secolo.
Gli alchimisti persiani del XVI secolo producevano un essenza superiore per distillazione. L’essenza è un prodotto costosissimo, se si considera che per produrre 300 grammi di olio serve circa una tonnellata di petali, per questo motivo oggi viene largamente sintetizzata.
Circa il 96% dei profumi femminili e il 46% di quelli maschili contengono essenza di rosa.
La rosa canina ha avuto un ruolo importante nella fornitura di vitamina C ai bambini britannici durante la seconda guerra mondiale (i suoi frutti erano detti “arance del nord”), in sostituzione della fonte normale degli agrumi (allora difficili da reperire).
Nel linguaggio dei fiori alla rosa si attribuisce un duplice significato: delicatezza e piacere, ma anche sofferenza e dolore fisico.


Note:

i rami della Rosa canina hanno sovente galle sferiche fatte di lunghi peli rossicci, dovute alla puntura di un imenottero, Rhodites rosea L.
Generalmente si considera la Rosa canina come un complesso di forme e varietà molto simili tra loro, che crescono più o meno negli stessi ambienti. È estremamente difficile classificarle con esattezza per la grande variabilità dei caratteri e per la facilità con la quale queste piante si incrociano dando origine a forme ibride.
Genere costituito di 100-150 specie di arbusti decidui e semidecidui, diffusi nelle regioni temperate settentrionali.